Non ascolto nulla perché mi scoccia collegare i cavi. E va bene, perché così, nel silenzio della notte, sono un po' come la protagonista del libro che ho appena finito di leggere: sorda.
Di questo libro ho amato le ambientazioni, il sogno di una Sicilia gloriosa e regale, anche se immersa nell'ignoranza, nel pregiudizio, nell'ipocrisia...e nella sporcizia. Lo splendore e lo sfarzo delle ville, delle terre di Marianna, del cibo, dei vestiti, in contrapposizione alla sua incapacità di goderne come chiunque altro fa intorno a lei: come se tutto fosse dovuto, scontato, banale. Invece Marianna, con i sensi dimezzati, vive nella contemplazione, soprattutto di sé stessa, e matura e cresce e diventa una donna molto più completa di quanto non sia la gente intorno a lei. Nonostante il suo compito sia solo "figliare e far maritare le figlie perché figlino e maritino le loro figlie", in un continuo inseguimento del titolo e delle proprietà, Marianna fa il suo dovere, sì, perché non può sottrarsi, ma alla fine, quando null'altro si può pretendere da lei, eccola fiorire e diventare una donna "moderna", libera. Vive una nuova giovinezza.
Non tutto mi è piaciuto però, infatti avrei voluto conoscere ancora di più Marianna, avrei sperato in un finale più definitivo, sognavo un riscatto ancora più evidente per tutto ciò che ha subito e speravo in un maggiore approfondimento del rapporto tra lei e i figli. E poi il libro, poiché ripercorre quasi 50 anni di vita della protagonista, è frammentario: praticamente da un capitolo all'altro (e ogni capitolo è inferiore alle dieci pagine) c'è un salto temporale di anni ed anni cosicché per le prime nuove righe si è sempre un po' spaesati riguardo tempo, luogo e personaggi. In ogni caso mi rendo conto che tutto questo non fa che evidenziare ancora di più i mutamenti nel carattere e nel pensiero di Marianna. Non mi ha molto convinto, poi, quel tocco di "soprannaturale" che è il "potere" segreto di Marianna, ma al momento della sconvolgente rivelazione della causa del suo mutismo, ho pensato che potevo sicuramente passarci sopra!
Il voto è 7,5/10, in gran parte dovuto alla trasognata e bucolica quanto spregevole Sicilia dell'inizio Settecento, alla narrazione in sé e...a quel colpo di scena.
PS: So che esiste il film, che ovviamente mi rifiuto di guardare! Nessun film è paragonabile al libro, neppure Il buio oltre la siepe, che ho visto recentemente e il cui film ho amato alla follia.